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Superbonus 110% verso l’estensione anche ai proprietari unici

Superbonus 110% verso l’estensione anche ai proprietari unici

Superbonus anche agli edifici plurifamiliari con un unico proprietario?

Riflettori accesi sul condomìnio, o meglio su quegli edifici costituiti da più unità abitative, ma che sono di proprietà di un’unica persona. Si fa strada infatti la possibilità che il Superbonus 110% possa essere esteso anche agli edifici plurifamiliari con un unico proprietario, cosa che, ad oggi, non è possibile.

A conferma che si tratta di un argomento di grande interesse, l’Agenzia delle Entrate ha dovuto fornire più volte delle spiegazioni che però hanno lasciato scontenti un gran numero di contribuenti perché viene ribadito dal Fisco che l’edificio plurifamiliare deve essere costituito in condomìnio, cioè gli appartamenti devono appartenere a proprietari diversi. Pena l’esclusione dal Superbonus 110%. In realtà, a disporre espressamente l’esclusione degli edifici plurifamiliari con unico proprietario non è tanto il decreto Rilancio (Legge 77/2020), che ha introdotto il Superbonus, ma la circolare interpretativa.

Per avere un chiarimento, e dare piena applicabilità al Superbonus, sono stati presentati degli emendamenti al Decreto Agosto che, se dovessero essere approvati, correggeranno la normativa sul Superbonus 110%. Ricordiamo che il testo del decreto Agosto al momento è in discussione al Senato per la sua conversione in legge. La scadenza per la conversione è stata fissata al 13 ottobre 2020, per cui entro questa data le Camere dovranno approvare il testo definitivo, pena la decadenza delle misure annunciate.
Gli emendamenti presentati chiedono dunque un’interpretazione meno restrittiva del termine “condominio” e che dunque con questo termine vengano indicati anche gli edifici composti da due o più unità immobiliari distintamente accatastate, posseduti da un unico proprietario o da più comproprietari.

Una norma troppo restrittiva

Di fatto il testo del decreto Rilancio non prevede un’esclusione esplicita, e dunque da più parti è stata sollevata l’obiezione che tale limitazione altro non è che una delle regole imposte dall’Agenzia delle Entrate, che viene dunque accusata di avere un’interpretazione eccessivamente restrittiva della norma. Secondo la giurisprudenza corrente per condominio si intende quella particolare “forma di comunione in cui coesiste la proprietà individuale dei singoli condòmini, costituita dall’appartamento o altre unità immobiliari accatastate separatamente, alla quale si accompagna la comproprietà sui beni comuni dell’immobile”.

La nascita del condominio si determina automaticamente, senza che sia necessaria alcuna deliberazione, nel momento in cui più soggetti costruiscono su un suolo comune ovvero quando l’unico proprietario di un edificio ne cede a terzi piani o porzioni di piano in proprietà esclusiva, realizzando l’oggettiva condizione del frazionamento. Quindi per avere una interpretazione meno restrittiva è necessario una modifica del concetto di “condominio”. A questo scopo sono stati presentati gli emendamenti di cui sopra proprio con l’obiettivo di aprire le porte di eco e sismabonus maggiorati anche all’unico proprietario di edifici plurifamiliari